La Depressione

Depressione Caserta

Sotto il termine di depressione le persone solitamente annoverano un po’ tutte le condizioni di tristezza, di umore basso, di scoramento. E’ facile liquidare tutti questi stati con la frase “Oggi mi sento giù, depresso!“.

La depressione è invece una cosa seria, difficile da diagnosticare anche perché a volte si maschera sotto una allegria esagerata ed immotivata o perché il paziente avverte solo dei sintomi fisici e pensa di avere qualche male di origine organica. Il proliferare in rete di test di autodiagnosi – sì, d’accordo con l’avvertenza che questi non sostituiscono in alcun modo il parere del medico – in alcuni soggetti alimenta la suggestione, sempre perché oggi è un termine abusato, verrebbe da dire “di moda”. Complici lo stress della vita moderna, la complessità e la frenesia delle problematiche che oggi dobbiamo affrontare momento per momento con conseguente nostra frammentazione, l’incertezza sul futuro, persino la stessa disponibilità di informazioni che ci possono aiutare a capire quello che abbiamo. Il termine è stato sdoganato, mentre fino a qualche tempo fa era meglio non parlarne e veniva vissuto con un senso di vergogna.

Anche allora una certa categoria di disturbi venivano, altrettanto genericamente, denominati “esaurimento nervoso” e chi ne era o era stato afflitto portava quasi un marchio, una cicatrice nell’anima per sempre. Poi ci hanno pensato diversi artisti che hanno fatto “outing” , ne hanno parlato come di qualcosa che può avere bloccato in certe fasi della vita la loro carriera, ma anche come di un segnale “catapulta” che è servito loro per rilanciarsi, per rimettersi in discussione, per cambiare abitudini consolidate.

Vi sono vari tipi e vari livelli di gravità della depressione, colpisce più le donne che gli uomini – forse per quella percezione olistica che la donna ha di sé, dei suoi figli e del mondo – , è in costante aumento e l’età di insorgenza si sta abbassando, se trascurata rischia di cronicizzarsi.

Uscirne si può, anche se non è una cosa semplice. Gli amici ed i parenti in buona fede reagiscono spronando il depresso - o presunto tale - a reagire, ma questo spesso non fa che generare ulteriori sensi di colpa: “Sì, è facile parlare, ma se io non ce la faccio?”.

Ecco perché è indispensabile ricorrere a specialisti che devono, prima di tutto, fare una esatta diagnosi. Il medico potrà decidere per un aiuto farmacologico calibrato sulla persona e anche lo psicoterapeuta potrà affiancare il depresso per aiutarlo ad uscire dalla “gabbia dorata”, superare il trauma vissuto come fallimento insuperabile, ritrovare il bandolo della matassa e ricucire la frammentazione per ritrovare un’immagine di sé reale, in armonia con le persone care e con il mondo. Sì, talvolta, ci imbattiamo in situazioni problematiche o non sempre risolvibili: la perdita di una persona cara, di un affetto importante, del lavoro, della salute. Ma non bisogna perdere di vista che ci sono sempre delle risorse nel nostro interno alle quali poter attingere e dare senso sempre e comunque alla nostra esistenza.

Importante dal punto di vista psicologico è riconoscere i nostri stati d’animo che sono la conseguenza di pensieri negativi centrati molto spesso sul passato e imparare a vivere nel presente valorizzando ciò che potenzialmente siamo.

 

D.ssa Maria Ricciardi

 

Ambiti d'intervento

  • Cura delle fobie
  • Terapia di coppia
  • Cura degli attacchi di panico
  • Cura della depressione
  • Cura dei disturbi alimentari
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  • Test psicodiagnostici
  • Cura dei disturbi ossessivi
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  • Assistenza a genitori e figli nelle situazioni problematiche di coppia