Il disturbo post traumatico da stress (DPTS o PTSD) insorge in seguito ad un evento traumatico, violento, intollerabile (incidente stradale, abuso sessuale, aggressione personale, catastrofi naturali, lutti, eventi bellici ) o come risposta ad un evento ritenuto catastrofico. Il DPTS può colpire non solo le persone “fragili”, ma anche persone “forti” che registrano difficoltà dopo eventi che hanno un significato personale o simbolico particolarmente difficile da elaborare. Il DPTS si può manifestare:
anche a distanza di tempo dall’accaduto.
Compaiono spesso sensi di colpa per quello che è successo o per come ci si è comportati o per non aver potuto evitare il fatto: sensi di colpa spesso ingiustificati rispetto ai fatti oggettivi (complesso di colpa del sopravvissuto).
La persona colpita, per attenuare la sofferenza, può ricorrere a sostanze che non fanno altro che aggravare il malessere: alcol, droga, dipendenze.
Il DPTS è un quadro clinico che si associa talvolta ad altri disturbi preesistenti quali:
Dopo attenta anamnesi è opportuno considerare la necessità di associare, soprattutto nelle prime fasi della terapia, un trattamento farmacologico a quello psicoterapico.
Strutturare una buona alleanza terapeutica e una relazione empatica è basilare per far sì che il soggetto tolleri la sensazione di contatto umano e gradualmente giunga a riprendere contatto con se stesso e le proprie sensazioni interiori.
La psicoterapia deve mirare a:
La modalità psicoterapeutica mira a far sì che la persona rivaluti in maniera graduale e controllata l’oggetto della paura che le genera l’evitamento di tutto ciò che può ricordarle il trauma. Lo scopo è di recuperare gradualmente le funzionalità quotidiane e relazionali che ha perso a causa della spirale: paura - ansia anticipatoria, evitamento.
E’ vero che ciò che è successo non può essere cancellato, ma si può aiutare la persona a mettere il ricordo “nel cassetto” senza rimanerne vittima per tutta la vita.D.ssa Maria Ricciardi