Test Psicodiagnostici
Prima di tutto iniziamo con il dire che i test psicodiagnostici non sono i classici quiz che troviamo sfogliando le riviste di psicologia o di salute e benessere. Sfatiamo assolutamente questo mito!
Non basta qualche crocetta messa qua e là per poter parlare di test psicodiagnostici, serve ben altro.
Dietro ad un esame psicodiagnostico ci sono anni di studio, di ricerca, di sperimentazione. Si tratta di strumenti che permettono di conoscere l’interiorità profonda di una persona, per questo devono essere applicati da uno psicologo abilitato, e soprattutto devono essere eseguiti con serietà e responsabilità dal paziente.
Non sono un gioco, ma uno strumento diagnostico valido ed efficace!
In cosa consistono i test psicodiagnostici?
Durante i primi incontri lo psicologo cerca di intuire la natura e la gravità del disturbo manifestato dal paziente. Questo passaggio, il più delle volte, non è immediato, perché il soggetto non riesce a mettere a nudo da subito le proprie difficoltà in quanto può avere delle resistenze. Per molte persone è difficile comunicare in modo obiettivo la natura del disturbo che manifesta.
Il più delle volte si tende a mettere un velo sulle cose, non facendole apparire per ciò che realmente sono.
Per questo, spesso può risultare utile lavorare con i test psicodiagnostici. Si tratta di strumenti che permettono allo psicologo di elaborare un’adeguata diagnosi del problema presentato dal paziente. Consentono di confermare e valutare la presenza di un determinato disturbo.
Solitamente il percorso diagnostico si articola in 4 o 5 incontri, al termine dei quali lo psicologo comunica al paziente i risultati della valutazione psicodiagnostica, proponendo una possibile cura da seguire per risolvere il problema.
In questo percorso, lo psicologo utilizza due strumenti:
- il colloquio
- test psicologici
Un test psicologico è qualcosa di complesso da produrre, in quanto si tratta di una procedura che deve dare un risultato credibile e soprattutto concreto e reale. La somministrazione e l’elaborazione dei test sono specifiche competenze dello psicologo.
Essendo uno strumento di misura, deve essere anche tarato con particolare attenzione. L’operazione consiste in esperimenti lunghi e articolati, basati su una serie di campionature e sull’elaborazione statistica dei risultati.
Condizione necessaria per poter considerare attendibili i risultati di un test è che la somministrazione venga fatta in modo corretto, nel rispetto degli standard di taratura.
Logicamente i risultati dei test da soli servono a poco; per poter avere una visione d’insieme devono essere inseriti in un contesto clinico molto più ampio.
Quali sono i test psicodiagnostici più usati?
I campi di applicazione dei test sono svariati: si passa dall’orientamento scolastico e professionale allo screening psicologico;dalla diagnosi psichiatrica all’esame medico-legale.
Nel campo clinico, i test vengono utilizzati per raccogliere i dati oggettivi, che devono essere poi esaminati dallo specialista.
I Test Psicodiagnostici, prendendo in esame diversi parametri, possono essere suddivisi in base:
- Al mezzo che viene utilizzato: carta e penna, disegni, oggetti, computer, etc;
- Al modo di somministrazione: che può essere collettivo o individuale;
- Alla tipologia di performance: che può essere di velocità, cioè i pazienti hanno un tempo breve per rispondere a domande molto semplici ed intuitive; di efficienza, per cui il soggetto deve rispondere a domande più complesse e quindi ha a disposizione un tempo più lungo per riflettere;
All’area d'interesse: 1) per valutare le abilità o potenzialità del soggetto, test attitudinali per l’orientamento scolastico o professionale; 2) test di personalità: tra i più utilizzati i test proiettivi ( dell’albero, della figura umana, Rorschach, TAT ) ; 3) test di valutazione clinica per diagnosticare un disturbo classificato secondo il DSM-5° : tra i più utilizzati vi sono l’MMPI ed il VMGT.
D.ssa Maria Ricciardi